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La dieta antiossidante: mangiare sano per mantenersi giovani

Il sogno più antico dell’uomo è che un giorno la scienza possa mettere a disposizione una scoperta in grado di garantire l’eterna giovinezza. Ma se da un lato, genetica e farmaci aumentano le aspettative di vita, dall’altro è anche vero che la formula per rimanere giovani più a lungo, è già  disponibile e a portata di mano, più di quanto si pensi.

Infatti condurre una vita sana, lontana dagli stress, e che comprenda un’alimentazione senza eccessi e un moderato e costante movimento sono le prime regole per vivere meglio e più a lungo.

I processi di invecchiamento che coinvolgono le nostre cellule, vengono accelerati da fenomeni di ossidazione provocati dai radicali liberi.

I radicali liberi infatti non sono altro che le scorie che l’organismo produce naturalmente durante le sue attività  metaboliche. Più precisamente si tratta di atomi con un elettrone “spaiato”, generati dalle cellule dell’organismo durante i processi metabolici per la lavorazione dei principali nutrienti (proteine, carboidrati, grassi). In realtà  i radicali liberi si formano anche in condizioni particolari quali una smodata attività  fisica e, in particolare, se si segue una alimentazione squilibrata.

Se a questo aggiungiamo l’uso eccessivo di alcool, fumo, inquinamento atmosferico ed una sconsiderata esposizione ai raggi solari nel periodo estivo, il risultato non può essere che un invecchiamento precoce.

La buona notizia, però, è che non dobbiamo solamente limitare i danni, ma possiamo anche prevenirli . Non è sufficiente cercare di mangiare poco, ma è fondamentale saper scegliere qualità  e tipo di alimenti da assumere più spesso rispetto ad altri. Infatti è interessante sapere che esistono degli alimenti in grado di neutralizzare i radicali liberi.

A tal proposito al nostro organismo non devono mai mancare quegli agenti antiossidanti in grado di combatterne la formazione. Quindi la nostra alimentazione quotidiana deve prevedere cibi ad elevato contenuto di vitamine A, E, C e minerali quali Selenio e Zinco.

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Tra questi prima di tutti frutta e verdura, con un consumo giornaliero rispettivamente di tre e due porzioni. In particolare non deve mancare quella colorata  (gialla, rossa, verde, viola…), come per esempio le carote, gli spinaci, i peperoni, le melanzane e i cavolfiori, dalle grandissime proprietà  antinfiammatorie e antitumorali.

 

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Tra i legumi ricordiamoci di preferire i fagioli rossi ricchi di proteine, sali minerali e ovviamente, tra gli alimenti dal maggior contenuto di antiossidanti, per questo da consumare almeno 4 volte al mese. Per quanto riguarda la frutta, oltre alle solite mele e arance ricche di vitamina C e dal basso contenuto calorico, non dimentichiamoci che quella più acidula e colorata, come tutti i frutti di bosco ad esempio (mirtilli, more, lamponi) o ancora kiwi, pompelmo e uva nera, sono un vero concentrato di vitamine e flavonoidi. Oltretutto questi frutti hanno un modesto contenuto calorico, quindi idonei anche per chi deve mettersi a dieta.

Meglio sempre alternare il consumo di carni rosse e bianche con il consumo di pesce azzurro. Sgombro, sardine, aringhe, tonno,  salmone, acciughe sono ricchissimi di acidi grassi essenziali omega-3.

Per i momenti di relax concediamoci una buona tazza di tè verde, che grazie ad abbondanti catechine, ha un potere antiossidante superiore al tè nero. Anche il cacao e il caffè sono ricchi di antiossidanti, ma in questo caso bisogna non abusarne, altrimenti ci ritroveremo a fare i conti con i chili di troppo e la pressione arteriosa alle stelle.

Nella lotta ai radicali liberi anche i metodi di conservazione e cottura degli alimenti assolvono un ruolo importate. Infatti è fondamentale che le diverse pratiche di preparazione non ne intacchino le qualità . Per questo :

evitate gli alimenti non freschi.

– non usate troppa acqua nella cottura

– non prolungate troppo a lungo la cottura

– non cuocere a temperature troppo alte

– cercate di consumare l’acqua usata per bollire (contiene antiossidanti)

– non tenete in frigo i cibi cotti per più di un giorno e quelli freschi per più di 3-4 giorni

– chiudete i cibi cotti sottovuoto OPPURE in contenitori a tenuta d’aria

In fine anche chi pratica dello sport, va ricordato che l’esercizio fisico esageratamente impegnativo, può rappresentare un ulteriore fonte di produzione di radicali liberi. Tant’è che il programma di allenamento sufficiente a combattere lo stress ossidativo consiste in un lavoro a bassa intensità , cioè con una frequenza cardiaca compresa tra un valore più alto di quello normale, ma inferiore a quello massimo. In realtà  basta mantenere un impegno settimanale di 3-4 volte per circa 1 ora.

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Menopausa: i consigli del Nutrizionista

50 anni è una tappa difficile per la donna perché spesso coincide con la menopausa. Infatti le ovaie fabbricano sempre meno ormoni femminili, il grasso superfluo su fianchi e cosce diminuisce, mentre aumenta quello sul ventre. Sei più soggetta alla ritenzione idrica e la silhouette ne risente.

Purtroppo in questa fase della vita non solo la diminuzione del tasso di estrogeni fa aumentare l’appetito, ma provi anche il bisogno di colmare le paure o il vuoto affettivo con alimenti che ti fanno piacere. Allora ti sembra di accumulare ogni grammo di quello che mangi, ma è normale in quanto dopo i cinquant’anni le spese energetiche dell’organismo diminuiscono naturalmente, e la massa grassa tende a sostituire quella magra. Il risultato è che anche se consumi le stesse quantità  di prima, ingrassi più facilmente.camminata-giornaliera

Perciò basta spizzicare: è ora di coltivare i propri interessi! Allungate le vostre passeggiate ad almeno 50 minuti; coltivare ogni giorno un hobby all’aria aperta, come il giardinaggio, praticate uno sport che vi permetta di socializzare con gli altri oppure inscrivetevi in palestra, l’importante è distogliere la mente dalla voglia di cibo. Dal punto di vista alimentare, bisogna fare cinque pasti al giorno poiché spuntini a base di frutta o yogurt ci aiuteranno a non spizzicare.

Variate ogni giorno la nostra alimentazione scegliendo possibilmente tra i piatti della cucina mediterranea. Esistono alcuni tipi di alimenti che possono aiutare a prevenire e a ridurre i vari disturbi legati alla menopausa grazie al loro contenuto di fitoestrogeni.

I fitoestrogeni sono delle sostanze che possiedono una debole azione ormonale simile a quella degli estrogeni femminili e aiutano quindi a combattere i disturbi della menopausa.

Consumate quindi almeno due volte a settimana legumi come fagioli, ceci, lenticchie, piselli e soia che per le loro proprietà  possono costituire un piatto completo, infatti contengono sia carboidrati che proteine. Ancora non fate mancare dalla vostra alimentazione: mandorle, noci, semi di lino, in grado di apportare il giusto quantitativo di  acido oleico, linoleico e di fibre utilissimi ad aumentare il colesterolo “buono” e ridurre quello “cattivo”. Preferite pesce e carne bianca a quella rossa, in quanto ricca di proteine e povera legumi e cerealidi grassi saturi.

Consumate regolarmente a colazione latte e yogurt magro per integrare l’apporto di calcio, necessario a ridurre il rischio di osteoporosi, condizione molto frequente in menopausa. Moderate invece il consumo di caffè, poiché la caffeina contenuta in essa favorisce l’eliminazione di calcio. Possiamo perciò sostituire il caffè con caffè d’orzo. 1frutta_verdura

Rispettate la “regola” delle cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, necessarie a fornire la giusta dose di vitamine e antiossidanti, oltre all’apporto di fibre utile a ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri e quindi a gestire meglio il nostro peso forma.

Leggete sempre le etichette dei prodotti che acquistate, solo in questo modo riusciamo a sapere che cosa mangiamo.

Utilizzate cotture semplici: tipo al vapore, al cartoccio, al forno, in padella antiaderente. Le uova, per esempio, possono essere preparate rompendole in acqua che bolle. Una volta cotto può essere tirato fuori dall’acqua con una palettina. E’ buonissimo e non si utilizzano grassi!

Evitate di consumare alcool in dosi elevate, poiché si rischiano gravi danni al fegato, infatti un abuso di alcol può provocare tumori all’apparato digerente, al fegato e all’apparato respiratorio. Inoltre nelle donne la metabolizzazione avviene in maniera più lenta rispetto ad un uomo di pari età  e peso. E’ molto importante anche la scelta del tipo di alcool, è opportuno preferire bevande a bassa gradazione alcolica come il vino. La dose corretta giornaliera è di 2 bicchieri piccoli al giorno.

Se ancora non lo hai fatto, questo è il momento giusto per incominciare a prendersi cura della propria salute e del proprio corpo. Partendo da una sana alimentazione, e con un po’ di movimento si potrà   vivere con serenità  la menopausa e godersi senza problemi anche questa fase fisiologica della propria esistenza. 

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Vuoi dimagrire? comincia a dormire…

Quando si decide di iniziare una dieta, che sia sempre sana ed equilibrata, non va sottovalutato il fatto che il nostro organismo segue delle precise leggi ormonali basate sull’ alternanza del giorno e della notte. àˆ cosi che vengono controllati i ritmi biologici, nonché comportamenti primari come l’alimentazione.

Se pensate al letto quindi come sinonimo di pigrizia ed ostacolo per il dimagrimento, sbagliate di grosso. àˆ ormai scientificamente dimostrato che il rapporto fra metabolismo e ciclo naturale del sonno e della veglia, incide in diversi modi sul nostro stato di forma e salute. La perdita di sonno favorisce l’aumento di peso innanzitutto perché aumenta il senso di fame, ma anche perché rallenta il metabolismo basale e quindi il consumo delle calorie introdotte.

Una ricerca pubblicata nel 2011 sulla rivista Obesity ha scoperto, ad esempio, che andare a letto presto ci induce a mangiare meno. I ricercatori della Northwestern University hanno infatti appurato che chi fa le ore piccole inoltre, consuma meno frutta e verdura ed ha un indice di massa corporea (BMI) più alto.

Viceversa, un altro studio dell’Institut Franà§ais pour la Nutrition, afferma che dormire almeno otto ore a notte diminuisce la sensazione di fame durante il giorno migliorando lo stato di salute cardiovascolare.

Il meccanismo alla base di questa relazione tra sonno e aumento-decremento di peso è piuttosto semplice.

Durante la notte le cellule dello stomaco producono  la grelina, un ormone prodotto dalle cellule P-D1 che si trovano sul fondo dello stomaco umano, chiamato anche ormone dell’appetito e responsabile del desiderio di cibi che contengono carboidrati. La grelina viene prodotta in giusta dose quando si dorme con un profondo sonno ristoratore. Ecco allora che quando si dice che la colazione è il pasto più importante, è proprio vero perché al mattino tale ormone, influenza il desiderio di carboidrati. Con esso viene soddisfatto il desiderio di zuccheri che daranno una pronta energia per iniziare bene la giornata lavorativa. Quindi una colazione ricca in dormire benecarboidrati complessi blocca la secrezione di grelina donando benessere e regolando il senso di fame per tutto il giorno.

Il giusto apporto di carboidrati complessi rappresentato da: cereali, pane e frutta si aggira intorno ai 30/40 grammi nella colazione. Se non si fa colazione con i carboidrati o si ha l’abitudine di saltarla, l’ormone rimane con livelli alti nel sangue , così il senso di fame e appetito permarranno per tutto il giorno. Senza colazione il cervello perde concentrazione, e i livelli di attenzione e apprendimento si riducono. Senza considerare che arrivare con tanta grelina nel sangue a fine giornata, ci rende più propensi a cadere nell’errore di grosse abbuffate serali.

àˆ proprio di sera, infatti, che invece l’organismo richiede il minor apporto di calorie in quanto va verso il riposo notturno. Assumere il maggior apporto di calorie, magari rappresentato proprio da cibi ricchi di zuccheri come pasta e pane, è un grave errore nutrizionale che porta ad un aumento di peso e grasso corporeo. Inoltre il maggior introito calorico a cena causa cattiva qualità  del sonno, con frequenti risvegli notturni o insonnia. L’insonnia viceversa causa la riduzione di un altro ormone, la leptina, ormone che regola il senso della sazietà  e quindi il desiderio di introdurre cibo. mangiare-durante-notte-rimedi-fame-notturna

Quando si dorme poco, si tende ad ingrassare più facilmente perchè viene alterato l’equilibrio di sazietà  e di fame. Anche mangiando tanto ci sentiamo ancora affamati, ecco perché proprio alla sera davanti alla tv, snack ipercalorici sono una tentazione ancora più forte. Cosi, spesso per dimagrire tendiamo a concentrarci su divieti e privazioni, tutti rimedi destinati a fallire perché ci mettono di cattivo umore. Invece una dieta equilibrata e facile da seguire sempre, dovrebbe basarsi sull’adozione di nuove abitudini di vita, piuttosto che su regimi restrittivi temporanei.

Bisogna perciò partire proprio da quegli aspetti piacevoli del dimagrimento, che possono migliorare l’umore e la qualità  della nostra vita. Cosi all’esercizio fisico che ci fa stare bene, perchè libera endorfine a seguito dello sforzo, e allo scegliere e cucinare quei cibi più sani da noi preferiti, ricordiamoci che anche una buona qualità  del sonno ci può aiutare a ritrovare quello stato di forma tanto desiderato.

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Prevenire l’influenza. Una alimentazione corretta può aiutare a combatterla

Come ogni anno con l’arrivo della stagione invernale non solo riscopriamo cappotti e sciarpe di lana, ma anche il rischio di influenze e raffreddori.

Certo non basta un’arancia per scongiurare febbre e raffreddore ma mangiare nel modo giusto è il proposito migliore per far adattare l’organismo ai cambiamenti climatici e rafforzare le difese immunitarie in vista della stagione fredda. Le regole base da seguire, in inverno, come negli altri periodi dell’anno sono semplici e non precludono il piacere di gustare piatti invitanti e originali.

Il punto di riferimento resta sempre la dieta mediterranea !

Un’alimentazione equilibrata e soprattutto ricca di vitamine e sali minerali può essere di grande aiuto per evitare che l’organismo si debiliti e si predisponga al rischio di contrarre il virus influenzale. Ricordate che l’apporto di energia incide in modo significativo sull’attività  immunitaria e l’obesità  è spesso legata ad un aumento delle malattie infettive. Ma attenzione, non è importante solamente la quantità  di grasso, è determinante anche la sua origine.

Allora quali sono i cibi da preferire nella stagione autunnale?

Poiché abbiamo bisogno di un apporto equilibrato di diversi acidi grassi, è importante includere nella nostra dieta in prevalenza alimenti dal contenuto di acidi grassi polinsaturi in particolare Omega-3 e Omega-6. Cerchiamo quindi di consumare almeno 2 volte a settimane pesce grasso come il tonno, il salmone, lo sgombro e le sardine in quanto ottime fonti di omega 3.

Utilizzare aglio e cipolla nella preparazione dei cibi. Questi alimenti, infatti, oltre ad essere ricchi di vitamine e sali minerali, hanno proprietà  antisettiche, fluidificano ed aiutano ad eliminare il catarro.

Condire le pietanze con limone al posto o in aggiunta all’aceto: il limone facilita l’assorbimento del ferro presente in altri alimenti, che a sua volta potenzia le difese naturali contro raffreddore, mal di gola e tosse.

Ricordare che le spezie svolgono un’azione vasodilatatrice che favorisce la sudorazione e la conseguente stabilizzazione della temperatura corporea, e in particolare curry, paprica e peperoncino sono fonti naturali di un importante principio attivo antinfiammatorio, l’acido acetilsalicilico.

Al burro preferite sempre olio extra vergine d’oliva oppure in alternativa olio di mais o soia. Anche la frutta secca è consentita e garantirà  effetti benefici sulla nostra salute se assunta come spuntino, ( 20g) o aggiunta alle pietanze che andrete a consumare durante i pasti.

 Il consumo di alcuni alimenti con fermenti lattici vivi, come lo yogurt o il formaggio, aiutano a fortificare gran parte delle cellule del sistema immunitario che si trovano nell’intestino. L’abbinamento latte, miele e cereali integrali è ottima soluzione per una colazione invernale perché si introducono alimenti di grande importanza nutrizionale. Mangiare abitualmente a colazione cereali integrali oppure pane ottenuto da farine grezze miste garantisce un apporto ottimale di vitamina B6, indispensabile per il processo di riconoscimento di virus e batteri penetrati nell’organismo da parte di specifiche cellule immunitarie. Attenzione però a non esagerare con i latticini, in quanto con essi vengono assunti anche una buona quota di grassi saturi.

 

fruttaeverdura_2Nella stagione fredda date maggiore spazio ai legumi e ai cereali come i ceci, fagioli, l’orzo, il farro e le lenticchie; magari sostituendoli alla solita pasta e pane. Essi inoltre contengono una buona quantità  di proteine ad alto valore biologico, fondamentali per il benessere del nostro organismo. Le lenticchie, per esempio, sono ricchissime di ferro e dunque perfette nell’alimentazione di individui anemici o che soffrono di carenza di ferro. L’unica controindicazione dei legumi è che possono dare sensazione di gonfiore a livello intestinale, ma il problema viene facilmente risolto se assunti in modiche quantità  o passandoli.

Le buone abitudini dell’estate di bere spesso valgono anche per la stagione invernale. Ricordate che con le temperature che si abbassano anche lo stimolo della sete tenderà  ad abbassarsi, correndo cosi il rischio di disidratarsi più facilmente. Allora approfittiamo dei momenti di pausa per concederci una buona tisana o un tazza di the verde ricco di flavonoidi, dalle importanti proprietà  anti-virali. Al contrario va limitato il consumo di alcolici tipici dell’inverno come, amari, grappe e altri distillati, che in un primo momento regalano una piacevole sensazione di calore, ma l’azione vasodilatatrice dell’alcol porta in poco tempo ad un rapido quanto pericoloso raffreddamento. bere tisana

In fine è importantissimo eliminare o limitare il più possibile quelle fonti di stress che ci accompagnano durante l’inverno. àˆ infatti dimostrato che le persone stressate si ammalano più facilmente proprio perché il sistema immunitario si indebolisce quando la tensione aumenta. Questo accade perché, sotto tensione, il nostro organismo produce cortisone, un ormone che abbassa le difese immunitarie. Cerchiamo quindi di assecondare il naturale ciclo sonno-veglia, assicurandoci un sufficiente numero di ore di riposo, magari praticando anche dell’attività  fisica costante nel tempo ma non stressante che possa permetterci di stimolare la produzione di cellule deputate alla difesa contro i mali di stagione.

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Carenza di ferro: cosa mangiare per combattere l’anemia

Il Ferro è un minerale essenziale per il nostro organismo, e che faccia bene è cosa nota anche ai bambini, grazie al noto cartone animato “Braccio di Ferro”, il cui protagonista, brandendo la mitica lattina di spinaci combatte i soprusi a suon di pugni.

bracciodiferrojpgDurante l’infanzia però, l’anemia da carenza di ferro è molto frequente anche nelle popolazioni socialmente avanzate. Il basso peso al momento della nascita, un prematuro consumo di latte di mucca, il veloce tasso di crescita nei primi mesi di vita e una dieta povera di ferro, sono considerati i principali fattori di rischio. Proprio il latte, rispetto alla quantità  di Ferro, è particolarmente importante per l’alimentazione dei bambini piccoli, in particolare nell’età  compresa tra 0 e 3 anni. Nel caso di impossibilità  di allattamento al seno, è bene utilizzare i latti sostitutivi, formulati appositamente per riprodurre la funzionalità  del latte materno, anche in termini di quantità  di ferro contenuta. In particolare, i latti artificiali di oggi non vogliono imitare la quantità  di ferro del latte materno, quanto assicurarne la biodisponibilità , cioè la capacità  del suo assorbimento da parte dell’ organismo, attraverso l’aggiunta di lattoferrina e di altri componenti.

Il ferro si trova negli alimenti in due forme, ferro eme e non-eme. Il ferro eme, cioè legato all’emoglobina presente nelle carni viene ben assorbito. Gli alimenti che contengono ferro eme sono le migliori fonti per aumentare o mantenere i livelli di ferro sani. Tali alimenti sono carni rosse e bianche, pesce.

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Il ferro non-eme, si trova nelle uova, latticini, legumi, frutta e verdura, non è così facilmente assorbito come il primo. Una dieta “comune” comporta l’assunzione di 10-20 mg di ferro al giorno, ma in condizioni normali solo il 5-10% (1-2 mg circa) viene assorbito. Mentre se il fabbisogno risulta aumentato si può anche arrivare anche al 20-30%.

La perdita fisiologica di ferro avviene con le urine, le feci, il sudore, ma anche con la desquamazione di cellule intestinali e della cute. Nell’uomo e nella donna dopo la menopausa o in allattamento ammonta a circa 1 mg al giorno.

 

Mentre sempre nella donna in età  fertile le perdite possono arrivare fino 25 mg durante il ciclo mestruale e addirittura 700 mg durante la gravidanza, se si considerano le quote cedute al feto, l’espulsione della placenta e l’emorragia post-parto. Se una persona non riceve abbastanza ferro dalla dieta quotidiana, va incontro ad anemia, una condizione in cui il sangue presenta un minor numero di globuli rossi. Questo perchè l’emoglobina che costituisce i globuli rossi richiede ferro per la sua formazione. Tale deficit nel corpo si presentano come pallore, disturbi intestinali, palpitazioni e affaticamento generale.

Le quantità  giornaliere consigliate sono:

Bambini: 7-10mg

adolescenti maschi: 13mg

adolescenti di sesso femminile: 16mg

Donne: 16mg (18mg durante le mestruazioni)

Le donne in gravidanza: 30 mg

donne che allattano: 10mg

Uomini: 9 mg

Anziani: 9 mg

Quando la carenza di ferro ha determinato degli inconvenienti importanti come l’anemia, bisogna procedere alla somministrazione di integratori, quasi sempre per via orale. Non è sufficiente risolvere l’anemia ma occorre ripristinare adeguate riserve di ferro altrimenti, si può facilmente ritornare ad una condizione di deficit. Una volta corretta l’anemia, il che avviene generalmente in 2-3 mesi, la somministrazione del ferro va continuata per altri 3-4 mesi, ossia fino a quando la ferritina, (una proteina la cui concentrazione indica il rapporto con i depositi di ferro), non si sia stabilizzata. Inoltre alcuni alimenti di uso comune, come caffè, tè o fosfati presenti in alcune bevande e eventualmente fibre possono interferire con l’assorbimento di ferro. la-vitamina-c-favorisce-l-assorbimento-del-ferro

Questi possono essere fattori importanti se la nostra dieta è già  a basso contenuto di ferro. Ne facilitano invece l’assorbimento l’acido ascorbico (vitamina C), l’acido citrico, gli amminoacidi e gli zuccheri di origine alimentare.

Quindi alternare carne e pesce, accompagnata da verdura ricca di acido citrico e una bella spremuta di limone ricco di vit C, può aiutare sia noi che i nostri bambini a mantenere alti i livelli di ferro.

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Proprietà  nutrizionali dell’ ananas è vero che brucia i grassi?

In ogni dieta che si rispetti, uno dei principali consigli dei nutrizionisti è quello di consumare una buona quantità  di frutta e verdura di stagione. In particolar modo, quella frutta che possiede come caratteristiche un elevato contenuto in acqua e bassissime kcal. Tra questi un frutto molto gradito è sicuramente l’ananas.

Bisogna però che sfatiamo un mito: spesso si sentono le signore dire che l’ananas scioglie i grassi e quindi fa dimagrire.

L’ananas non è la panacea di tutti i mali ma, un frutto ricco di sostanze con virtù terapeutiche e sicuramente chi lo mangia può contare su benefici provati scientificamente. Questo frutto , insieme ad altri esotici come il kiwi e la papaya, in realtà  contiene degli enzimi proteolitici, ossia che aiutano nella digestione delle proteine, soprattutto animali. L’insieme di questi enzimi è rappresentato dalla  BROMELINA che svolge numerose proprietà  curative, quali: azione antinfiammatoria e antiedematosa cioè capace di controllare gli edemi sia di tipo post-traumatico che di origine infiammatoria. Facilita la digestione e la diuresi, e allo stesso tempo è in grado di potenziare gli antibiotici grazie anche a  proprietà  mucolitiche e antitumorali.

 

L’ ananas inoltre contiene circa il 90% di acqua , mentre il rimanente 10% è costituito da zuccheri. Quindi con sole 50 calorie per 100g  di parte edibile garantiamo al nostro organismo una bella scorta di vitamina A, B, e C, dieta-dellananas
amminoacidi e minerali quali magnesio, potassio e calcio.

Ben venga quindi una bella fetta di ananas fresco a fine pasto, soprattutto se questo era a base di carne o di pesce. Come sempre bisogna fare attenzione, difficilmente in un solo alimento si può trovare la soluzione a tutti i problemi, quindi non è possibile dimagrire o far scomparire la cellulite soltanto consumando ananas, però questo frutto può essere un importante coadiuvante, incrementando l’efficacia di molti preparati e rendendo migliore la vita di chi è affetto da queste problematiche.

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Ovviamente, affinché le virtù dell’ananas si esplichino al massimo, è necessario consumarlo fresco,  evitando solo quello in scatola per l’eccessiva quantità  di zuccheri aggiunti agli sciroppi industriali.

Il consumo eccessivo di ananas e di preparati a base di questo frutto è invece sconsigliato a chi assume farmaci anticoagulanti, in quanto l’azione dei farmaci potrebbe sommarsi alla naturale attività  antiaggregante piastrinica del frutto stesso. Da evitare inoltre anche dai soggetti con ulcera peptica attiva.

 

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Feste di Natale: i consigli del Nutrizionista

Il Natale è senza dubbio la festa più attesa dell’anno, e decidere cosa portare a tavola non è sempre facile, soprattutto quando questo riguarda due dolci tanto buoni, quanto tipici della nostra tradizione: pandoro o panettone?

Ecco allora che questi giorni di festa possono diventare un periodo fatto di rimorsi e sensi di colpa per chi sta seguendo una dieta.

Durante i pranzi e le cene con gli amici e parenti è quasi impossibile osservare il proprio regime alimentare, ancor di più se poi non vogliamo rinunciare a una fetta del nostro dolce preferito. Allora cosa fare?

Attenzione agli aperitivi: contengono di solito molti grassi, zuccheri e a volte troppo alcol !

Sarà  buona norma quindi optare per aperitivi analcolici o al massimo per un bicchiere di vino. Allo stesso modo andrebbe evitato di mangiucchiare prima di iniziare il pranzo le tipiche noccioline, patatine o rusticini, che non solo, rappresentano delle trappole caloriche, ma contengono anche tanti grassi e sale.

 

Mangiate verdure in abbondanza: vi sazierete di più ed il vostro intestino funzionerà  meglio!

E’ molto importante, anche in questi giorni di festa, non privarsi mai di una abbondante porzione di verdura e frutta fresca, che contribuendo a saziarci più velocemente, ci permetteranno sicuramente di essere più sereni nelle scelte dei cibi maggiormente calorici.

Fate la spesa consapevolmente! Mai come nei giorni che precedono le feste è importate non riempire la dispensa di alimenti come cioccolata dolci e frutta secca, che rappresentando delle vere e proprie tentazioni, possono compromettere il nostro peso già  prima del natale. Quindi provvedete a comprare tutto l’occorrente per il pranzo di natalizio solo 2-3 giorni prima della grande festa.

In ogni caso una fetta di dolce si potrà  mangiare senza troppi sensi di colpa, infatti è anche vero che un piccolo strappo alla dieta ogni tanto è addirittura utile, perché aiuta a gratificarsi e a ritrovare energia per rispettare poi più facilmente un regime alimentare più salutare.

 

Il pandoro e il panettone, in realtà  possiedono caratteristiche nutrizionali simili, e anche se il primo trae in inganno con il suo aspetto da falso magro, contiene più uova e burro, rispetto al secondo e può arrivare a strappare fino a 100 calorie in più per ogni 100g. In ogni caso entrambi vanno consumati con moderazione, limitandosi non a fette giganti ma fettine da 60g e se possibile astenendosi dalle creme.

Altre piccole accortezze per assaporare fino in fondo le golosità  del natale, potrebbero essere quelle di sostituire la nostra fetta di dolce ad altri carboidrati come il pane, o ancora ridurre la porzione di pasta. Ancora meglio sarà  sostituire il nostro dolce preferito, anche se solo per questo periodo, alla consueta colazione mattutina di tutta la famiglia, cosi da cominciare la giornata con dolcezza.

Fate Pranzi e cene nutrienti ma leggeri!: una porzione di cereali o legumi con abbondante verdura a pranzo e carni bianche o pesce la sera vi permetteranno di prepararvi e gestire al meglio i giorni di festa.

Infine se siete troppo golosi e non riuscite ad aspettare il giorno di Natale ma non volete rinunciare alla linea:

Fate regolarmente attività  fisica 30 minuti al giorno di camminata o bicicletta e il vostro metabolismo lavorerà  meglio!

 

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CONSIGLI ALIMENTARI PER COMBATTERE CISTITE E CANDIDA

Sempre più donne hanno la necessità  di mettere fine al circolo vizioso che le vede coinvolte da problemi di cistiti a candidosi e viceversa. Chi soffre di candida vaginale sa infatti che con le medicine convenzionali è difficile “sradicarla”, e che in genere tende a ripresentarsi. La causa di questo problema è quasi sempre una disbiosi intestinale, che può essere curata intervenendo sull’alimentazione poiché una dieta equilibrata abbinata ad attività  fisica regolare e a stili di vita salutari aiutano a potenziare le difese immunitarie.

 

Al contrario una dieta ricca di zuccheri semplici abbinata a sedentarietà , sovrappeso, ed abitudini di vita scorrette come fumo, alcol, inquinamento debilitano l’intero organismo aumentando la probabilità  di contrarre numerose malattie, candidosi compresa. Poiché la candida è un fungo che si nutre dei carboidrati raffinati che arrivano nell’intestino, nel caso in cui sia stata diagnosticata una candidosi sarà  bene modificare il vostro regime alimentare. Sarà  a questo punto opportuno scegliere alimenti genuini e limitare il più possibile le fritture. Fondamentale sarà  l’allontanamento di zuccheri, alcolici e cibi ricchi di lieviti e micotossine. Per questo, in cima alla lista dei cibi da evitare troviamo il saccarosio, la frutta più zuccherina e quella essiccata, buona parte dei cereali, le bevande zuccherate ed alcoliche in particolare la birra, i cibi affumicati o ricchi di conservanti, le arachidi, l’aceto, il pane (ammesso quello non lievitato) ed i formaggi a pasta dura.

 

Viceversa, la dieta idonea contro la candidosi prevede il consumo di yogurt non zuccherato, in quanto alimento ricco di batteri utili per la salute dell’intestino, e di integratori a specifiche formulazioni probiotiche come batteri del genere lactobacillus e prebiotiche come fos e inulina, dell’aglio, della curcuma. Consentiti i legumi, il pesce, le uova, la carne magra, l’olio di oliva ed altri oli di semi, il riso integrale, frutta ricca di fibre ( mele, pere e agrumi) e le verdure ben lavate. Assumere la giusta dose di fibre con l’alimentazione è un principio fondamentale per scongiurare anche attacchi di cistite, infatti a favorire la proliferazione batterica responsabile di tale disturbo sono la stitichezza, squilibri ormonali dovuti alla gravidanza o alla menopausa, i bagni nell’acqua di mare o in piscina che alterano il pH vaginale, o ancora indossare abiti troppo attillati. In tutti questi casi si crea nella mucosa vaginale un ambiente favorevole allo sviluppo di un’infezione batterica che può raggiungere le vie urinarie e scatenare l’attacco di cistite. Risulta necessario quindi bere molta acqua per evitare che i batteri si accumulino e si concentrino nelle urine ed evitare cibi piccanti, vino rosso, succhi di frutta, bevande contenenti caffeina e cibi zuccherati che possono scatenare infiammazioni.

La durata della dieta per la candida e la cistite, dipende dalla salute generale dell’organismo, dalla severità  dei sintomi e dalla loro durata,ma le persone che rispondono con successo alla dietoterapia trovano giovamento già  dopo qualche settimana.

Le scelte alimentari delle prime settimane devono essere particolarmente rigorose, tanto che l’apporto glucidico complessivo può scendere al di sotto dei 60 grammi. Naturalmente, bisogna tener conto dei fattori sopraesposti, nonché del sesso, della struttura corporea, dell’attività  fisica e del PESO iniziale del paziente. Sempre in queste fasi preliminari, può capitare che i sintomi peggiorino, sia perché l’organismo si sta lentamente abituando al nuovo regime alimentare, sia perché il corpo viene “inondato” dalle tossine dei microrganismi morenti. Mano a mano che i sintomi migliorano, la dieta anticandida può divenire meno rigorosa, ma per evitare recidive è bene continuare a moderare il consumo di zuccheri semplici e carboidrati a medio indice glicemico.

 

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