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Le proprietà benefiche del Limone della costiera Amalfitana

I limoni sono i frutti dell’albero di limone il cui nome botanico è Citrus limon, una pianta appartenente alla famiglia delle Rutaceae. Il suo tipico colore giallo dipende dai bioflavonoidi, composti che contengono flavoni, un pigmento naturale organico che dà  colore a piante, fiori e frutti.

I limoni contengono anche altre sostanze, come limonina e limonene, che limitano i danni cellulari da cui possono derivare la formazione di tumori. A supportare l’azione benefica del limonene contribuiscono anche i citroflavonoidi (esperidina, diosmina e rutina) quali potenti antiradicali liberi dagli effetti ipocolesterolemizzanti e capillaroprotettrici. Il succo costituisce circa il 30% del peso del frutto e contiene dal 6 al 8% di acido citrico, citrati di calcio e potassio, sali minerali e oligoelementi quali ferro, fosforo, manganese, rame, grandi quantità  di vit B1, B2 e B3, carotene, vit A, vit P ma soprattutto vit C , fino a 50 mg/100 g di prodotto.

Il Limone della costiera Amalfitana, noto anche come Sfusato Amalfitano, è un prodotto ortofrutticolo italiano a Indicazione geografica protetta. Questo frutto presenta caratteristiche esclusive e si differenzia dai limoni della vicina area Sorrentina per le diverse modalità  di coltivazione e per proprietà  organolettiche differenti.

Infatti presenta una buccia di spessore medio e di colore giallo chiaro, ricca di oli essenziali e terpeni. Possiede una polpa succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi ed è ricco di acido ascorbico, ossia di Vitamina C. Tant’è che in passato, una maggiore diffusione di questo frutto si ebbe in tutta la costa, poiché le sue proprietà  favorivano la guarigione dello scorbuto, malattia dovuta alla carenza proprio di vitamina C. Per gli amalfitani, storicamente famoso popolo di navigatori, era determinante poter disporre sulle proprie navi di scorte di limoni. Così nell’XI secolo, la Repubblica di Amalfi decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di questi meravigliosi frutti.

Il limone quindi è consigliato in caso di influenze, malattie infettive, anemia, nausea, reumatismi, inappetenza, bronchiti, arteriosclerosi, digestioni difficili, insufficienza epatica, diabete, come rimedio per la gotta, ipertiroidismo e calcoli renali.

I limoni sono anche fortemente dissetanti, sia per il contenuto in acqua, sia per le concentrazione in sali minerali ed acido citrico.

 

Il limone aiuta a dimagrire? Facciamo chiarezza

Il limone ha spiccate proprietà  diuretiche che favoriscono il processo di disintossicazione, aiutando il metabolismo a funzionare correttamente, per questo coadiuvante di una dieta da dimagrimento. Inoltre grazie alla ricchezza di pectina, aiuta a contenere l’appetito e a depurare in caso di eccessi alimentari. Il succo di limone non presenta particolari controindicazioni: può essere assunto da tutti, grandi e piccini. Alcuni sostengono che il succo di limone possa nuocere alla mucosa dello stomaco per la sua spiccata acidità ; a dire il vero, le pareti dello stomaco sono strutturate per tollerare pH decisamente più aggressivi ed il semplice succo di limone non può incidere sull’integrità  di una mucosa sana. Il suo abbinamento con acqua tiepida, bevuta al mattino a stomaco vuoto , stimola il lavoro dell’apparato gastrointestinale , facilita la digestione, creando un ambiente alcalino e favorendo, così, il benessere di tutto l’organismo. Infatti considerate le elevate concentrazioni di acido citrico, il limone è un alimento fortemente alcalinizzante, indicato nelle diete depurative ed in quelle mirate alla prevenzione delle calcolosi biliari e renali da accumulo di cistina ed acido urico. La vitamina C, il potassio e il magnesio invece, hanno effetti benefici e antiossidanti, attivi anche sul fegato, che è l’organo depurativo per eccellenza.

Inoltre l’acqua tiepida con il succo di limone stimola la peristalsi intestinale, favorendo l’evacuazione. L’azione dell’acqua tiepida, insieme al succo di limone, appena svegli, aiuta a sbloccare anche l’intestino più pigro. Al succo di limone vengono riconosciute anche proprietà  astringenti, che in effetti ha, e per questo si pensa erroneamente che non sia adatto alle persone che soffrono di stitichezza, ma non è così.

Nel caso in cui sia già  presente una patologia gastrica, preferibile comunque non consumare limone o succo di limone fuori pasto.

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CONSIGLI ALIMENTARI PER COMBATTERE CISTITE E CANDIDA

Sempre più donne hanno la necessità  di mettere fine al circolo vizioso che le vede coinvolte da problemi di cistiti a candidosi e viceversa. Chi soffre di candida vaginale sa infatti che con le medicine convenzionali è difficile “sradicarla”, e che in genere tende a ripresentarsi. La causa di questo problema è quasi sempre una disbiosi intestinale, che può essere curata intervenendo sull’alimentazione poiché una dieta equilibrata abbinata ad attività  fisica regolare e a stili di vita salutari aiutano a potenziare le difese immunitarie.

 

Al contrario una dieta ricca di zuccheri semplici abbinata a sedentarietà , sovrappeso, ed abitudini di vita scorrette come fumo, alcol, inquinamento debilitano l’intero organismo aumentando la probabilità  di contrarre numerose malattie, candidosi compresa. Poiché la candida è un fungo che si nutre dei carboidrati raffinati che arrivano nell’intestino, nel caso in cui sia stata diagnosticata una candidosi sarà  bene modificare il vostro regime alimentare. Sarà  a questo punto opportuno scegliere alimenti genuini e limitare il più possibile le fritture. Fondamentale sarà  l’allontanamento di zuccheri, alcolici e cibi ricchi di lieviti e micotossine. Per questo, in cima alla lista dei cibi da evitare troviamo il saccarosio, la frutta più zuccherina e quella essiccata, buona parte dei cereali, le bevande zuccherate ed alcoliche in particolare la birra, i cibi affumicati o ricchi di conservanti, le arachidi, l’aceto, il pane (ammesso quello non lievitato) ed i formaggi a pasta dura.

 

Viceversa, la dieta idonea contro la candidosi prevede il consumo di yogurt non zuccherato, in quanto alimento ricco di batteri utili per la salute dell’intestino, e di integratori a specifiche formulazioni probiotiche come batteri del genere lactobacillus e prebiotiche come fos e inulina, dell’aglio, della curcuma. Consentiti i legumi, il pesce, le uova, la carne magra, l’olio di oliva ed altri oli di semi, il riso integrale, frutta ricca di fibre ( mele, pere e agrumi) e le verdure ben lavate. Assumere la giusta dose di fibre con l’alimentazione è un principio fondamentale per scongiurare anche attacchi di cistite, infatti a favorire la proliferazione batterica responsabile di tale disturbo sono la stitichezza, squilibri ormonali dovuti alla gravidanza o alla menopausa, i bagni nell’acqua di mare o in piscina che alterano il pH vaginale, o ancora indossare abiti troppo attillati. In tutti questi casi si crea nella mucosa vaginale un ambiente favorevole allo sviluppo di un’infezione batterica che può raggiungere le vie urinarie e scatenare l’attacco di cistite. Risulta necessario quindi bere molta acqua per evitare che i batteri si accumulino e si concentrino nelle urine ed evitare cibi piccanti, vino rosso, succhi di frutta, bevande contenenti caffeina e cibi zuccherati che possono scatenare infiammazioni.

La durata della dieta per la candida e la cistite, dipende dalla salute generale dell’organismo, dalla severità  dei sintomi e dalla loro durata,ma le persone che rispondono con successo alla dietoterapia trovano giovamento già  dopo qualche settimana.

Le scelte alimentari delle prime settimane devono essere particolarmente rigorose, tanto che l’apporto glucidico complessivo può scendere al di sotto dei 60 grammi. Naturalmente, bisogna tener conto dei fattori sopraesposti, nonché del sesso, della struttura corporea, dell’attività  fisica e del PESO iniziale del paziente. Sempre in queste fasi preliminari, può capitare che i sintomi peggiorino, sia perché l’organismo si sta lentamente abituando al nuovo regime alimentare, sia perché il corpo viene “inondato” dalle tossine dei microrganismi morenti. Mano a mano che i sintomi migliorano, la dieta anticandida può divenire meno rigorosa, ma per evitare recidive è bene continuare a moderare il consumo di zuccheri semplici e carboidrati a medio indice glicemico.

 

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